PASSIONE E TALENTO: LA STORIA DI ENRICO PARESCE, NEO RESPONSABILE SCOUTING DELLO SPEZIA

PASSIONE E TALENTO: LA STORIA DI ENRICO PARESCE, NEO RESPONSABILE SCOUTING DELLO SPEZIA

Foto: Ufficio Stampa Spezia Calcio

a cura di Massimo Confortini

Una vita dedicata al calcio. Una passione ed un talento che, dal campo di gioco, passano dietro alla scrivania, invariati. E’ sicuramente questo il caso di Enrico Paresce, da pochi giorni divenuto Responsabile dell’Area Scouting dello Spezia.

Un traguardo tagliato a tempo di record: classe ’86, con un’esperienza da giocatore nella Primavera della Roma, e già reduce da esperienze lavorative di primo piano, assume una carica di assoluto prestigio in un club in ascesa nelle ultime stagioni di Serie B a soli 29 anni.

“Iniziai a Frosinone ormai 6 anni fa” – ci racconta – “con Francesco Moriero allenatore, sotto l’ala protettrice di Armando Ortoli. Due anni in Serie B, poi, dopo la retrocessione in Lega Pro, mi fu affidata la Coordinazione degli Osservatori. Tre stagioni preziose in gialloblu, poi ho conseguito il diploma da Direttore Sportivo al corso di Coverciano. Fu quello, per me, il vero spartiacque: ho avuto la possibilità di confrontarmi con tanti addetti ai lavori, e di farmi conoscere da loro”.

Tra le tante conoscenze, sono soprattutto due i personaggi a segnare la storia recente di Enrico Paresce. Il primo è uno dei più importanti Ds del panorama nazionale: “Walter Sabatini era uno dei docenti del corso di Coverciano. Cominciai una collaborazione con la Roma, sfociata poi nel contratto firmato lo scorso anno. Un altro passo fondamentale per la mia crescita e per il percorso che ho intrapreso. Ringrazierò tutta la vita Sabatini per avermi insegnato anche solo con uno sguardo tante cose. Una sola chiacchierata con lui vale come un anno d’esperienza lavorativa…”.

Temprato dall’esperienza giallorossa, sulla strada di Paresce subentra poi il secondo personaggio a cui facevamo riferimento qualche riga fa: “A Coverciano, tramite Stefano Caira, conobbi anche Igor Budan. Con lui è nato subito un rapporto speciale: è una persona eccezionale e un professionista serio. Difficile descrivere a parole l’opportunità che mi ha dato allo Spezia. Gestire l’Area Scouting di una squadra così importante a soli 29 anni è una grande responsabilità. Credo fortemente nel lavoro di Budan: ho rifiutato di fare l’osservatore per due squadre di Serie A proprio per la fiducia in questo progetto. Sono convinto che diventerà un direttore sportivo importantissimo. Anzi, per me già lo è…  La nostra società sta lavorando bene già dalle basi, con un’attenzione speciale al settore giovanile. La prova è arrivata recentemente con la doppia cessione di Noura e Sadiq alla Primavera della Roma. Un’operazione importante per entrambe le società e per i ragazzi, che avranno la possibilità di mettersi in evidenza in una competizione importante come la Youth League“.

Abbiamo chiesto anche un parere sull’attuale situazione dei settori giovanili italiani: “Ho sempre operato per la prima squadra, ma devo dire che poi l’eco della preparazione del settore giovanile arriva fino in alto. L’esempio lo abbiamo con l’ultimo campionato Primavera, che ha messo in mostra meno giocatori pronti per il “salto” rispetto al passato. All’estero si lavora diversamente sui giocatori: da giovani vengono formati più dal punto di vista tecnico rispetto all’Italia, e lavorare successivamente sull’aspetto tattico risulta sicuramente più semplice. Ultimamente, però, sono convinto che si sia invertita la rotta anche da noi: dall’avvento in Federazione di Arrigo Sacchi e Maurizio Viscidi, infatti, si dà più peso alla “formazione di chi deve formare”, impartendo determinate linee guida. Si deve partire da un’attività di base quasi esclusivamente ludica, per poi arrivare gradualmente alla crescita del giocatore, che deve procedere anno dopo anno, senza fretta, ma con programmazione”.

Negli ultimi anni le squadre professionistiche scelgono, per i propri vivai, ragazzi sempre più giovani, non puntando su ragazzi più “maturi” calcisticamente. Una scelta che Enrico Paresce giudica in questo modo: “Partiamo dal presupposto che io passai alla Roma a sedici anni, e infatti non ho fatto il calciatore (ride). A parte gli scherzi, è vero che adesso è più difficile riuscire a trovare nei dilettanti giocatori pronti a 16/17 anni, e gli osservatori delle squadre professionistiche puntano su una fascia d’età inferiore. Ma nulla vieta che alcuni ragazzi possano avere una evoluzione fisica, coordinativa più tardi rispetto ad altri, e chiaramente vanno monitorati. L’eccezione al discorso precedente, se vogliamo, è rappresentata da Antei, uscito dalla Juniores del Tor di Quinto, o, anche se su un livello molto diverso, Bernardi e Impallomeni, presi dalla Primavera della Lazio dal Futbolclub. Colgo l’occasione, a proposito, per fare i complimenti a Baronio per quello che è riuscito a fare quest’anno: gli faccio l’in bocca al lupo per il nuovo incarico in Federazione”.

Poi, però, al neo Responsabile Scouting dello Spezia un’altra eccezione viene in mente: “Anche il Frosinone, per la composizione della sua rosa Primavera, ha puntato su tanti ragazzi usciti dalle dilettanti laziali. In quel caso, però, a guidarli c’è un fenomeno come Federico Coppitelli, che può fare ogni miracolo…”

Un ultimo pensiero Enrico Paresce lo dedica ad una kermesse che sta particolarmente a cuore a noi di Sportinoro: “Ricordo con grande affetto il Torneo Beppe Viola, e ti dirò che ancora seguo i suoi sviluppi. Saluto caramente Raffaele e Filippo Minichino, oltre al grande Benito Manzi, che mi selezionò per la storica Top 11 del torneo. Fu una splendida esperienza: negli anni è diventata una manifestazione di riferimento, che per fortuna ha anche, tramite i media, la cassa di risonanza che merita.”

Perchè, in effetti, il segreto è quello di non dimenticare le proprie origini, e di mettere sul lavoro competenza e serietà, ma anche tanta passione. La stessa che, come dicevamo in testa all’intervista, Enrico Paresce ha sempre dimostrato sul rettangolo verde, e che ora ha trasferito dietro una scrivania.

In bocca al lupo Enrico!