Montefiascone, parla il talento D’Alessio: “La prima volta in Rappresentativa? Un orgoglio. La mia seconda pelle è gialloverde…”

Montefiascone, parla il talento D’Alessio: “La prima volta in Rappresentativa? Un orgoglio. La mia seconda pelle è gialloverde…”

Tra i migliori talenti espressi negli ultimi anni dal nostro calcio regionale figura certamente Marco D’Alessio.

Cresciuto nella cantera gialloverde, il centrocampista classe 1999 del Montefiascone ha già assommato sessanta presenze e tre reti tra Eccellenza e Promozione con la maglia del club di patron Lorenzo Minciotti, oltre ad aver maturato un’esperienza a Sorano nella Prima Categoria toscana.

Titolare inamovibile nello scacchiere di mister Luciano Siddi, quest’anno D’Alessio, una sorta di “giovane vecchio” per la maturità con cui affronta la vita di tutti i giorni, non ha saltato neppure una partita coppa e campionato e nella giornata di ieri ha avuto modo di festeggiare per la prima convocazione nella Rappresentativa Juniores di Marco Ippoliti.

 

 

Marco, cominciamo dal tuo ruolo.

Hai sempre giocato a centrocampo?

“Sì, ho sempre giocato a centrocampo.

Il primo mister ad avere questa intuizione è stato Michele Venanzi, mentre successivamente mister Moreno Solia ha avuto il merito di trasformarmi in una mezz’ala moderna”.

Per te quali qualità deve possedere assolutamente un centrocampista?

Direi che sono tante, ma tre delle principali sono queste: leggere in anticipo la giocata da fare, essere aggressivi e giocare semplice, a due, massimo tre tocchi”.

Se tu dovessi raccontare le tue caratteristiche tecniche ad una persona che non ti conosce, come ti definiresti?

“Il mio idolo è Marco Parolo, giocatore della Lazio e Nazionale, e con le dovute proporzioni, per il mio modo di giocare, penso che gli somiglio, uno che non molla mai, fino alla fine”.

del canuto (Copia)

A quale allenatore ti senti più legato?

“Mi sento legato a tutti ed approfitto di questo spazio per nominarli e salutarli con affetto: Fabrizio Concioli, Paolo Damiani, Michele Venanzi, David De Paolis, Vincenzo Rossi, Moreno Solia, che mi ha insegnato tantissimo, Stefano Del Canuto, che ha creduto subito in me ed ha avuto il coraggio di farmi esordire in Eccellenza a sedici anni, Franco Mirto e, per finire, il mio attuale mister, Luciano Siddi”. 

Cosa rappresenta per te la maglia del Montefiascone?

“Sono davvero legato ai colori gialloverdi e la maglia che indosso la sento come una seconda pelle”.

d'alessio montefiascone

C’è una partita che ricordi con particolare piacere?

“Se posso, ne cito due.

Il mio esordio in Eccellenza contro il Civitavecchia a 16 anni e la prima rete, sempre in Eccellenza, a Roma sul campo del Tor Sapienza, con un gran tiro da fuori area grazie al quale sono riuscito a battere un grande portiere come Trinchera”.

L’anno scorso giocasti in Prima Categoria in Toscana.

Cosa ti ha lasciato quell’esperienza?

“E’ stata davvero una grande esperienza.

Il calcio toscano è molto competitivo ed ho avuto il piacere di giocare con mio fratello Gabriel, di tre anni più grande di me, e vivere nello stesso spogliatoio di giocatori di esperienza come: Pesci, Isidori, Negro, Scatena e Sasha Esposito”.

L’estate scorsa hai ricevuto più di una chiamata.

Cosa ti ha indotto a tornare nuovamente a Montefiascone?

“I motivi sono molteplici.

In assoluto, però, hanno pesato quei sei anni trascorsi lì in precedenza e che non si possono dimenticare facilmente, e la presenza di mister Luciano Siddi, un maestro che ama lavorare con i più giovani e ne completa la crescita”.

d'alessio

Al momento stazionate a metà classifica.

È quella la collocazione giusta della squadra, a tuo giudizio?

“Assolutamente no.

Alla lunga sono convinto che il nostro grande lavoro uscirà fuori alla distanza e ci permetterà di arrivare nei quartieri alti della classifica”.

Spesso si dice che il livello tecnico complessivo si è piuttosto ridimensionato negli ultimi anni e molti attribuiscono parte delle colpe ai giovani che avrebbero un atteggiamento sbagliato nei confronti dei giocatori più esperti e rispetto al modo di vivere le dinamiche dello spogliatoio.

Qual è la tua opinione in merito?

“Preferisco non esprimermi nel dare giudizi.

Quello che posso dire è che io non faccio parte di quella categoria di giovani”.

Tuo padre Giulio è un affermato direttore sportivo del nostro calcio regionale.

Che rapporto hai con lui?

Tende a darti dei consigli o lascia che tu percorra la tua strada in piena autonomia?

“Ci confrontiamo spesso parlando di calcio e i suoi consigli, il più delle volte, sono giusti”.

Ieri è arrivata la convocazione per lo stage della Rappresentativa Juniores.

Che cos’hai provato?

Conosci qualcuno tra i ragazzi che troverai a Torre Angela mercoledì prossimo?

“Sono fiero ed orgoglioso di questa chiamata.

I ragazzi che troverò sono quasi tutti dei nomi importanti di avversari che ho incontrato in passato nei campi di calcio”.

Al di là del calcio cosa ami fare nella vita di tutti i giorni?

“Faccio quello che in genere fa un ragazzo della mia età: sto con gli amici di sempre e, tanto per cambiare, guardo le partite di calcio in TV”.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

“Dire che mi piacerebbe diventare un calciatore professionista è quasi banale.

Oltre a quello, mi piacerebbe avere un giorno una famiglia con dei figli da crescere.

Possibilmente maschi e che sappiamo giocare a calcio (ride)…”.

 

 

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