Matozzo, cuore di Cave: “Con questa maglia il rapporto è viscerale. La Play Eur? Sarà una finale anticipata e vogliamo vincerla noi…”

Matozzo, cuore di Cave: “Con questa maglia il rapporto è viscerale. La Play Eur? Sarà una finale anticipata e vogliamo vincerla noi…”

Nelle fila della Cavese che si accinge a giocare la partita più importante della sua stagione c’è un giocatore che più di qualunque altro può descrivere la lunga vigilia della sfida che può significare il ritorno in Eccellenza dopo tante stagioni di purgatorio.

Parliamo di Simone Matozzo, cavisello d.o.c., bandiera biancazzurra e idolo dei tifosi dell’Ariola.

Oltre a cingersi le tempie di numerosi allori nel corso delle varie stagioni rese al servizio del nostro calcio dilettantistico, l’estroso fantasista ha attraversato tutti i momenti più significativi della storia recente del club di piazza Erasmo Pistolesi, dal primo tentativo di passaggio nel massimo campionato regionale (sfumato su decisione del Comitato Regionale dopo qualche intemperanza di troppo dei tifosi durante i play-off, ndr) a quello concretizzatosi nella stagione successiva con Ferazzoli in plancia di comando, dalla sogno-Serie D al fallimento ed alla resurrezione, coincisa con il ritorno in Promozione di dodici mesi fa.

Forse solamente Emanuele Giacchè, amico del cuore e compagno di mille avventure, può testare al pari con il numero 10 il polso di questa squadra alla vigilia della semifinale con la Play Eur.

Ci sono però momenti in cui a prender la parola deve essere il Capitano.

Matozzo non si sottrae alle proprie responsabilità e dipinge con cura il quadro della situazione prima del supermatch del Superga.

 

 

Simone, si avvicina la partita dell’anno per la Cavese…

“Ad inizio stagione eravamo partiti con i favori del pronostico.

Per l’organico che era stato costruito dovevamo stravincere il campionato.

Purtroppo abbiamo trovato un’avversaria che è stata in grado di fare un punto in più rispetto a noi e adesso dobbiamo passare per i play-off.

Potevamo fare meglio?

Forse sì, soprattutto per quanto riguarda gli scontri diretti giocati in trasferta e nella fase iniziale della stagione.

I nostri numeri sono comunque molto importanti ed è difficile nutrire dei rimpianti.

Ora siamo tutti estremamente carichi in vista di domenica.

Sappiamo che, vincendo, saremmo di fatto in Eccellenza e noi vogliamo prenderci una rivincita nei confronti del campionato”.

matozzo cavese

Che opinione hai della Play Eur?

“Parto da una premessa: il livello espresso da questi play-off è estremamente alto.

Delle tre squadre rimaste in corsa insieme a noi, la Monti Cimini è quella che conosco meno.

L’Insieme Ausonia ce la siamo trovata di fronte in Coppa Italia e mi ha davvero impressionato.

La Play Eur è però probabilmente l’avversario peggiore che potesse capitarci: è una squadra esperta con tanti ottimi giocatori.

Sono d’accordo con chi ritiene questa partita una sorta di finale anticipata”.

bellei

Peraltro, ti troverai di fronte tante vecchie conoscenze, a partire da Bellei che ti ha allenato a Cave e poi lo scorso anno alla Real Colosseum.

“Il mister è un grandissimo motivatore ed un ottimo preparatore atletico.

Ho un buonissimo rapporto con tanti dei ragazzi che mi troverò di fronte, in particolare con Piccheri, Conti ed Alcini.

Con quest’ultimo poi è probabile che ci si scontri domenica, dovendo giocare nella stessa zona di campo (ride)…”.

Secondo te, quali sono i punti di forza dei vostri avversari e dove invece potete mettere in difficoltà la squadra romana?

“Loro sono una squadra molto esperta ed hanno gente abituata a partite del genere.

Credo che facciano leva su un’ottima fase difensiva.

Forse però potremmo metterli in difficoltà giocando aggressivi e puntando sulla velocità di uno come Pedrocchi.

Le due squadre comunque si conoscono alla perfezione e sono in grado di attuare anche delle contromosse a partita in corso.

Sarà una partita a scacchia, però conoscendo la filosofia dei due allenatori, che tendono a far giocare le proprie squadre, potrebbe venir fuori anche una partita con tanti gol…”.

matozzo città di ciampino

Quanto incide nella tua testa il fatto che giocherete al Superga?

“Moltissimo.

Appena ho saputo che la partita si sarebbe disputata su quel terreno di gioco, sono stato felicissimo.

A Ciampino ho trascorso una sola stagione, ma è stata memorabile.

Ho ricordi fantastici del club, della squadra, del mister e di quello splendido campionato vinto in Promozione: credo che domenica, in quanto ex, io, Pedrocchi e Giacchè potremmo avere qualche tifoso in più (sorride)…”.

Con quest’ultimo hai condiviso un’infinità di campionati.

“Emanuele è molto più di un compagno di squadra per me.

Tra di noi ormai l’intesa rasenta la perfezione, ci intendiamo ad occhi chiusi”.

Giacchè

Cosa significa per te indossare la maglia della Cavese?

“Anche se caratterialmente un po’ atipico, io sono cavisello.

Essendo nato qui, ho un rapporto viscerale con questi colori.

La Cavese l’ho vissuta nei momenti belli ed in quelli tristi.

Ho assaporato le gioie dei successi che hanno portato questo club sotto la luce dei riflettori del nostro calcio regionale, ma anche il dolore per il fallimento e la scomparsa.

Non è un caso che tutti i grandi giocatori che in passato hanno avuto modo di indossare la nostra maglia abbiano mantenuto un ricordo intenso di Cave e della sua gente.

I tifosi vivono pienamente il loro legame con la squadra, anche se in alcuni frangenti di questa stagione mi aspettavo un sostegno maggiore da parte loro.

Grazie al successo della scorsa stagione nel campionato di Prima Categoria ed al rendimento nell’ultimo torneo, siamo comunque tornati sulla bocca di tutti ed ora abbiamo l’opportunità di tornare lassù”.

Tu sei universalmente considerato tra i talenti più puri espressi negli ultimi anni dal nostro calcio.

Ti è rimasto qualche rimpianto o, tutto sommato, va bene così?

“Ho avuto la fortuna di vincere abbastanza a livello dilettantistico, specie in questa categoria.

Forse potevo fare di più, chissa?

Questa domanda me la sono fatta mille volte e la risposta che mi sono dato è che, probabilmente, mi è mancata la fame giusta per farlo.

Sì, diciamo che mi sono accontentato, anche se per fortuna qualche soddisfazione me la sono presa…”.

A quasi trentacinque anni, tu hai ancora un fisico integro e l’entusiasmo di un ragazzino.

Se bypassiamo per un momento la grande voglia di giocare che ancora hai, cosa vedi nel tuo futuro?

“Quest’anno la società mi ha affidato due gruppi di bambini, i 2006 ed i 2007, e devo dire che ci siamo divertiti moltissimo e colto anche risultati importanti.

Onestamente non ho ancora deciso se un giorno deciderò di fare l’allenatore.

Di sicuro mi piacerebbe restare a contatto con questo ambiente.

Per il momento però voglio continuare a giocare e, possibilmente, vincere, perchè mi piace troppo.

D’altronde, se Piccheri gioca ancora a quarantuno anni, posso farcela tranquillamente anch’io (ride)…”.

Domenica chi vince?

“Spero noi.

Me lo auguro per la nostra gente, per la squadra, per il mister, che è uno di noi e che mi piace sia professionalmente che umanamente, e naturalmente per dare una soddisfazione al presidente Pasquazi che è il nostro primo tifoso”.