JUNIORES NAZIONALI, IL SALUTO DI MISTER BELLINI (OSTIAMARE): “NESSUN PROBLEMA CON LA SOCIETA’, LE SONO GRATO MA DESIDERO CRESCERE PROFESSIONALMENTE”

JUNIORES NAZIONALI, IL SALUTO DI MISTER BELLINI (OSTIAMARE): “NESSUN PROBLEMA CON LA SOCIETA’, LE SONO GRATO MA DESIDERO CRESCERE PROFESSIONALMENTE”

A cura di Giovanni Crocé

E’ un mister Antonio Bellini sereno e pacato nonostante la separazione consensuale e assolutamente non tumultuosa dal sodalizio biancoviola dell’Ostiamare, con cui il tecnico romano già ex di Racing Club, Totti Soccer School e prima ancora Pescatori Ostia, ha ottenuto risultati importanti nel triennio a Via Giovanni Amenduni. Ma dalla prossima stagione come da tempo è noto, l’ex tecnico in seconda della prima squadra ostiense (serie D) Claudio Franci, allenerà anche Juniores Nazionale, e quindi, ai saluti mister Bellini vuole abbinare anche qualche precisazione o forse, per meglio dire, un semplice “riavvolgimento del nastro” per ricordare momenti belli e brutti di una stagione che comunque si è fermata, con gli under 19 lidensi, solo ai quarti di finale della postseason, battuti dai napoletani della Mariano Keller, dopo aver vinto il proprio girone regionale nel gruppo H.

 

Mister Bellini, è dispiaciuto, dopo una stagione più che positiva, di non essere più all’Ostiamare?

Dispiaciuto il giusto, perchè so che ambiente ho lasciato, nei tre anni in cui sono stato ad Ostia, per me che sono del posto ma mai ci avevo lavorato prima. Riconosco nel mio piccolo la grandezza della società che fa della forza del lavoro e delle idee il pilastro per andare avanti, le cifre investite sono sempre importanti ma mai folli e la gestione è sana, ma poco prima dell’avvio dei quarti di finale già avevo avuto un colloquio esplorativo con il D.s. della prima squadra, Fabio Quadraccia, e in totale autonomia e rispetto reciproco avevamo capito che al di là di tutto non potevamo più proseguire insieme la strada tecnica intrapresa quando presi le squadre biancoviola, un anno gli allievi fascia B con cui mi salvai facendo un ottimo campionato, poi con gli allievi elite arrivando terzo e adesso vincendo il girone regionale con squadre super come Lupa Roma, Astrea e San Cesareo.

E il motivo di questa consapevolezza che fosse impossibile andare avanti? 

I risultati la dirigenza ha sempre concordato che fossero andati, nei miei tre anni di gestione tecnica, sempre in crescendo, ma mi sono scontrato con una realtà amara per me, ovvero che più della Juniores Nazionale non avrei potuto avere quest’anno. Ora non fraintendetemi, mister Bellini sa chi è e non pretende di arrivare in serie A nè di bruciare le tappe perchè la gavetta mi ha fatto sempre bene e per me è vanto ed orgoglio, ma ho sempre avuto nella mente, nei miei 15 e passa anni da allenatore di settore giovanile, di andare avanti e crescere quando sentivo che era possibile farlo, quando sentivo di essere pronto e di aver mostrato tutto il possibile per meritarlo. Io all’Ostiamare non ho formalizzato ufficialmente alcuna pretesa, non volevo nulla in particolare, avevo accennato alla possibilità di poter fare il secondo in serie D ma capisco che per questo ruolo sia stato preso ad affiancare mister Chiappara un ex giocatore di spessore come Daniele Berretta. Preso atto di questo e dell’impossibilità di avere di meglio, ho comunque terminato la stagione senza fiatare e il meglio possibile, tant’è che comunque mi sono lasciato, vi garantisco, col massimo della serenità, perchè Ostia, i suoi dirigenti, il Presidente ed i ragazzi che ho allenato sono stati tutti e ogni anno meraviglioso. Mai mi permetterei di criticare un ambiente a cui ho dato tanto ma so di aver ricevuto anche tantissimo.

E adesso cosa aspetta per il suo futuro calcistico, mister?

Io ho il difetto comune a molta brava gente, categoria in cui io mi sento di essere, di non essere bravo a propormi autonomamente, ad auto-candidarmi chiamando questo o quel D.s. o quel Presidente e non è una frase fatta, ad oggi, nonostante il mercato sia aperto, non ho ancora firmato accordi per allenare nessuno. Segno che non sono andato via perchè avevo di meglio, ma perchè sulla carta avrei probabilmente dovuto ricevere al 90 per cento una nuova squadra di settore giovanile, molto probabilmente gli allievi, e non sarei andato avanti ma sarei regredito. Allora ho preferito fare ciò che sto facendo ora. Pazientare, continuare a lavorare nel mio lavoro di tutti i giorni, quello che mi fa stare bene, e sperare che il lavoro, la fama e la credibilità paghi, so che ho fatto il massimo e che nell’ambiente il mio nome circola, credo con recensioni positive, poi, il futuro non lo prevedo, lo auspico…

Cosa si auspica, in proposito?

Io mi sento pronto, a 40 anni e passa, per allenare una Promozione e sogno un giorno un Eccellenza, per il momento parlo di sogni con la S maiuscola, ma dato il lavoro enorme fatto coi giovani di tante annate diverse, lo stimolo vero sarebbe vedere se alla prova dei fatti sono capace di farmi seguire per un campionato intero in uno spogliatoio dove non ci sono più solo ragazzi di 16-17-19 o vent’anni, ma anche tanti trentenni che hanno anni di calcio dilettantistico di qualità alle spalle. Questa sarebbe la più grande sfida per me, per vedere se posso ancora salire di livello, umanamente e professionalmente.

Chi è il calciatore che crede di aver migliorato maggiormente sotto la sua gestione?

Tutti e nessuno, questo lo sanno e lo devono dire i ragazzi, che erano molto dispiaciuti quando hanno saputo del mio addio ma sapendo che non ci eravamo lasciati male con la proprietà e da “piccoli grandi calciatori quali sono” hanno capito anche loro il mio punto di vista. Penso a Palazzini, nostro numero 10 ora sempre più in prima squadra in D e meno indolente e più dentro alle partite, a Daniel Rossi, il cui gol decisivo al ritorno degli ottavi contro la Lupa Roma in rovesciata credo resterà nella mia e nelle nostre menti come gol copertina della Juniores Elite 2013-2014 e Cappabianca, mediano che ha imparato, lavorando duro, a abbinare il suo grande fisico a piedi non disprezzabili e anche lui ad essere più continuo. Ma soprattutto mi fa piacere pensare di aver migliorato ragazzi sotto il profilo mentale un po’ in tutto e anche loro mi hanno dato tanto, li ringrazio tutti, anche chi facevo giocare meno. In fin dei conti due anni fa questa under 19 era arrivata settima e senza finali nello stesso campionato che noi abbiamo vinto con questo gruppo 95-96, credo di aver fatto il mio dovere. Poi chi giudica avrà ritenuto più pronto mister Franci e più bravi altri come secondi in prima squadra, e se questo qualcuno è Berretta io ci sto tranquillamente, provando però a ritagliarmi sempre spazi maggiori e migliori per continuare al meglio questo mestiere parallelo che adoro, quello di allenatore di calcio.