CARLO TAVECCHIO, IL TAUMATURGO DEL CALCIO ITALIANO …

CARLO TAVECCHIO, IL TAUMATURGO DEL CALCIO ITALIANO …

E’ l’uomo della Provvidenza del calcio italiano. Il taumaturgo per eccellenza,che sa riabilitare anche le situazioni più disperate. Quando il calcio ha bisogno lui c’è. Sempre.Blatter-Pisacane-2

Seneca diceva che “Le difficoltà rafforzano la mente come la forza il corpo…” E chi conosce Carlo Tavecchio, la sua storia di dirigente sportivo, sa perfettamente che i fatti stanno a dimostrare questo. Quando fu eletto  nel 1999 presidente della Lega Nazionale Dilettanti, il movimento più forte della piramide calcistica,la base preponderante del sistema calcio(1.300.00 calciatori,70.000 squadre,15.000 società e 700.000 partite) si trovò a fronteggiare una situazione di grande difficoltà organizzativa e gestionale. Un clamoroso scandalo legato alla partita Rieti Pomezia e al lotteria del totogol, costò la testa all’allora presidente Giulivi e tutto il movimento dilettantistico sembrava destinato ad un ridimensionamento quasi inconcepibile e comunque inconciliabile con la missione che il calcio della base era chiamato a svolgere. Se oggi il movimento dei Dilettanti è una realtà fondamentale del nostro sistema calcio, affermatasi con  la forza delle idee,delle iniziative,del lavoro e della capacità manageriale,lo si deve soltanto a lui Carlo Tavecchio.E’ stato capace di rifondare un’intero movimento,trasformando improvvisazione e incapacità,in programmazione,organizzazione e soprattutto grande professionalità. Non era facile,compito di inaudita responsabilità,eppure Carlo Tavecchio c’è riuscito grazie anche alla forza delle sue innate capacità manageriali che lo hanno visto primeggiare nel mondo dello sport e del calcio, prima come dirigente, poi come consigliere ed infine quale presidente, ma anche  nell’ ambito politico e sociale avendo rivestivo per vent’anni la carica di Sindaco a Ponte Lambro,suo paese nativo. tavplaSe oggi la Lega Dilettanti con il suo 34% rappresenta il carro trainante dell’intero sistema calcistico nazionale, non è soltanto un freddo dato numerico utile ad alleanze e coalizioni, ma la forza di una politica dei servizi messa in campo da Carlo Tavecchio a favore delle società dilettantistiche. La forza non è dei numeri,è la convinzione dei fatti, che in questi tre lustri il Presidente della LND ha saputo valorizzare, per accrescere  la valenza ed il prestigio dell’intero movimento dilettantistico, non soltanto espressione sportiva ma anche e soprattutto condivisione sociale di un fenomeno ormai di rilevanza esponenziale. E’ stato il primo a credere nell’impiantistica e nei campi in erba artificiale che non solo rappresentano il fiore all’occhiello e la parte consistente degli stadi nazionali della Lega Dilettanti ma si attestano come il futuro dell’attività dell’intero sistema calcistico nazionale e mondiale. E’ stata la prima Lega e speriamo non l’ultima, ad informatizzare completamente l’organizzazione dell’attività ed il tesseramento dei calciatori, processo che si sta ultimando proprio in questa stagione e che ottimizza e semplifica l’attività delle società sportive. E’ riuscito a ridare identità e dignità al calcio femminile,ristrutturando l’intero movimento che ha ben figurato nell’ ultimo mondiale appena concluso ma soprattutto ha ridato anima,passione ed entusiasmo ad un movimento che sembrava destinato all’oblio. Ha saputo valorizzare il Beach Soccer, organizzando in Italia il campionato del mondo a Ravenna nel 2011, facendo riscoprire intorno a questa disciplina interesse ed attenzione anche a livello mediatico e commerciale. Sta completando il processo legato alla costruzione dei centri federali di formazione, (20 uno per regione), che hanno già visto la luce in due regioni Sardegna e Puglia, la reale concretezza di questa iniziativa. Pragmatico,diplomatico,capace e competente, Carlo Tavecchio ha saputo tessere una serie di relazioni internazionali con Blatter, con Platini, che hanno saputo dare visibilità ulteriore alla Lega Nazionale Dilettanti, epicentro del sistema nazionale del nostro calcio. Senza dimenticare le tante iniziative portate avanti per favorire il microcredito alle società per l’iscrizione ai campionati, in un momento di grave crisi congiunturale che tutto il nostro paese sta attraversando ormai da anni. Senza voler ricordare poi, la grande attrazione mediatica che è riuscito a dare alla Dilettanti, con tutta una serie di accordi e relazioni con le maggiori testate d’informazione nazionali ed internazionali,istituendo anche il premio “Le ali della vittoria” che ogni anno attraversa il movimento dilettantistico con fascino ed interesse. tavecchio2 raffaeleQuesto è Carlo Tavecchio, il Presidente del fare, il presidente di tutti, insignito del Premio di Cultura Sportiva Beppe Viola nel 2002, che sa, perché conosce i valori e le tematiche del nostro calcio nazionale, per averle vissute in prima persona da dirigente sportivo. Un manager di alto profilo che può davvero dare inizio a quel profondo processo di rinnovamento culturale e istituzionale di cui necessita il nostro calcio in questo momento. E’ vero il Mondiale disastroso del Brasile ha acuito certe disfunzioni già rese palpabili,a livello di club, nelle competizioni internazionali e che si sono puntualmente acuite in Brasile, rappresentando la punta di un iceberg, inesorabilmente sgretolatosi al sole carioca. L’11 Agosto il calcio italiano sarà chiamato a voltare pagina. Un’occasione che il calcio non può sbagliare. Non c’è più tempo, bisogna agire bene e presto. Qualcosa di buono da cui ripartire e preservare c’è e questo, Carlo Tavecchio,lo sa e conoscendo la sua lungimirante capacità manageriale, se sarà chiamato, come ci si augura per il bene del calcio italiano,a presiedere il massimo organismo istituzionale del calcio,avrà già elaborato nella sua geniale mente un programma di profondo rinnovamento che saprà riportarci ai vertici del calcio mondiale. Perché chi, meglio di lui, conosce il calcio e le sue infinite sfaccettature? Non sarà certamente il salvatore della patria calcistica, ma è certamente un personaggio ed un manager che con la sua capacità e la sua esperienza può ridare la dignità e lo spessore che merita il nostro calcio. Sempre con i fatti. Le parole ed i proclami ormai non contano più…